La nebbia metafisica

Quella che vive nelle opere di Dario Polvani è la rappresentazione della condizione umana che si sussegue in istantanee

Quella che vive nelle opere di Dario Polvani è la rappresentazione della condizione umana che si sussegue in istantanee (e in sequenze) in cui linee, forme e colori si alternano nei ruoli protagonisti. Spesso quelle soccombono a queste; qualche volta i ruoli si invertono e allora sono le linee a delimitare energicamente i confini formali. Ma sempre i colori si soffondono in una nebbia singolare dove realtà e irrealtà giocano suggestivamente, con vittoria costante (sia pure in diverse gradazioni di distacco) della prima sulla seconda.

E' una nebbia metafisica che avvolge (e produce) un mondo atemporale, ma non astratto, e le figure – anche quando appena abbozzate – non sono manichini o fantasmi, bensì credibili presenze umane. Questa sospensione del tempo fa sì che, anche nelle opere prive di figure umane, si avvertano l'eco e le tracce di momenti di vita appena vissuti e di altri che stanno per venire in essere: le luci spente delle finestre, sono state accese fino a poco prima e lo saranno di nuovo a breve, e le strade e i sentieri vuoti, sono appena stati percorsi da passi umani e lo saranno ancora tra poco.

Più che rarefazione, nelle sue opere si rinviene una essenzialità consistente. La nebbia polvaniana non partorisce ombre platoniche, infedeli alla realtà, ingannevoli, ma esibisce oggetti fisici e mentali (e sentimentali) genuinamente esistenti, confessa un intenso e sincero vissuto d'artista che si manifesta in una dimensione pittorica personalissima.

L'effetto onirico, che pure si avverte, non è la spia di un abbandono passivo dell'autore tra le braccia del sogno e/o della fantasia, ma una nota di stile ben controllata e che sviluppa meditazioni estetico-esistenziali produttive di brillanti risultati figurativi. Il sogno c'è, ma è misurato, controllato, quasi centellinato. In nessun caso dilaga e spadroneggia; rimane strumento di una magia sapientemente dosata, che non sfocia nell'aperto disincanto. Ogni opera si colloca in modo indubitabile dentro il territorio del veritiero, comunicando emozioni palpabili e non virtuali o implausibili.

Quello che può apparire come una cifra malinconica, non lo è affatto. I silenti monologhi ( e dialoghi) delle figure (e tra le figure) ad una ad una (e ciascuna con le altre), realizzano una singolare geometria del sentimento. Non una somma ordinata di solitudini, ma un complesso armonico di presenze discrete. Discrezione, è uno dei connotati principali dello sguardo di Polvani sul mondo, e si trasfonde nella misura che connota le sue opere. Una misura che non è banale cautela bensì amore rispettoso per ciò che lui vede, sente e interpreta sulla tela. Una misura che caratterizza un impegno artistico refrattario all'urlo o al segno provocatorio, tutto proteso al ben più solido obiettivo di creare un lirismo elegante che invita ad 'entrare' nella nebbia metafisica e ad esplorare il mondo che vi abita.

Pasquale De Luca